R. C. Auto, un conto salato per gli automobilisti

Per migliorare la professione di agente d'assicurazione

R. C. Auto, un conto salato per gli automobilisti

L’aumento dei premi R.C. Auto è fattore comune a tutte le Compagnie sul mercato e la causa, tra le altre, viene attribuita anche all’inflazione ed agli eventi climatici estremi. Un rialzo eterogeneo che nel quarto trimestre del 2023 ha visto un aumento medio su base annua del 7,9%, confermato anche a gennaio 2024 con un rincaro del 7,5%.

Un “conto” particolarmente salato per gli automobilisti che va ad impattare anche sulle Agenzie d’assicurazione, per di più in un momento particolarmente delicato anche per effetto della introduzione del Decreto di recepimento della nuova Direttiva Motor dell’UE che costringe gli automobilisti ad assicurare anche le auto ferme e non utilizzate (vedi ns, newsletter https://www.cambiaresipuo.org/novita-sullassicurazione-della-responsabilita-civile-autoveicoli/).

Analizziamo i dati oggettivi che i più ritengono essere i principali responsabili di questo trend di aumento, ci riferiamo in particolare all’incidenza sinistri ed alle conseguenze dell’inflazione. I dati e le statistiche evidenziano che le misure attualmente in atto vanno nella direzione di contenere la frequenza e la severità degli incidenti stradali che rimangono un grave problema ed un importante costo sociale. Per lo scorso anno i dati indicano un miglioramento di questi indici, per quanto ancora troppo poco rispetto all’obiettivo dei Paesi dell’Unione Europea di ridurre del 50% il numero degli incidenti stradali entro il 2030.

Siamo quindi in presenza di politiche tese a dare risposte positive sul tema della sicurezza e circolazione stradale ma che non sono ancora capaci di esercitare un vantaggio economico rilevante sui bilanci delle Compagnie d’Assicurazione.

Va osservato comunque che nel periodo “COVID” i corposi utili delle Compagnie di assicurazione hanno portato benefici piuttosto limitati agli assicurati e che oggi siamo all’incirca sugli stessi numeri del 2019 (anno nel quale le tariffe auto erano in diminuzione). È quindi evidente che gli attuali aumenti non trovano giustificazione nel rapporto sinistri a premi.

L’inflazione invece è il dato che ha sicuramente maggiormente influenzato l’aumento delle tariffe Auto, l’incremento dell’11% del costo dei ricambi nel biennio 2022-2023 dà la dimensione dell’imprevisto. V’è da considerare che questa congiuntura, con la quale oggi devono fare i conti anche gli assicuratori, è stata trascurata negli ultimi anni facendoci tornare al 1980, allorquando l’inflazione era all’incirca ai livelli attuali. Ne conseguono le difficoltà ad operare che ha ben evidenziato il Prof. Cesari dell’IVASS che di recente ha avuto modo si affermare che «un’intera generazione di assicuratori e intermediari non ha esperienza diretta del processo inflazionistico, stante la lunga stagione della bassa inflazione globale, quando la Bce operava, con strumenti “non convenzionali”, in un contesto molto al di sotto del target “ideale” del 2% con la stabilità dei prezzi che consentiva maggiore certezza e prevedibilità nelle decisioni economiche degli operatori».

Il costo dei sinistri e le spese di riparazione è evidente che influenzano il mercato per quanto, a detta di molti, è probabile che la loro crescita possa rallentare lentamente, tanto da ipotizzarsi un riequilibrio del premio R.C. Auto dopo il 2025.

Nel frattempo, i clienti vanno tutelati e servirebbe una presa di coscienza generale per contenere il “caro R.C. Auto” entro parametri sostenibili. Le soluzioni devono essere pragmatiche a partire da un’oggettiva analisi costi/benefici. Occorrerebbe un intervento riformatore, come suggerito dal Prof. Cesari nella relazione al Garante per la sorveglianza dei prezzi, sui principali nodi: le frodi, la riforma bonus malus, la tabella unica sulle macrolesioni, l’applicazione delle nuove norme sull’obbligo dell’assicurazione.

Provvedimenti potenzialmente capaci di portare benefici concreti a tutti gli attori del mercato, rendendo più efficiente e sostenibile il sistema dell’Assicurazione obbligatoria per l’R.C. Auto, che tuttavia deve fare i conti con un lento sviluppo della concorrenza nel mercato domestico. Un fattore determinante che rimane fortemente condizionato dal numero contenuto dei player sul mercato e dal fatto che le prime cinque Compagnie operanti nell’R.C. Auto gestiscono il 50% dei premi incassati. È pur vero che la riduzione del 23% del premio medio degli ultimi dieci anni, aveva diminuito fortemente il gap con le tariffe europee e reso più stabile il mercato, tanto che negli ultimi quattro anni solo un cliente su dieci ha cambiato Compagnia. Per contro, gli attuali rincari hanno spinto la mobilità dal 9% all’11,5% in appena un anno, con un incremento superiore al 25% e magari questa tendenza andrebbe sostenuta senza far pagare intermediari i costi diretti ed indiretti.

Ci chiediamo quindi quali possono essere i provvedimenti che possono essere messi in campo in tempi brevi. Un primo intervento potrebbe riguardare la fiscalità, sull’argomento richiamiamo uno studio di Riccardo Cesari e Antonio De Pascalis, consiglieri IVASS, per la defiscalizzazione dei premi. Nel Quaderno n. 14 pubblicato dall’IVASS nell’ottobre 2019, i funzionari analizzarono le componenti fiscali e parafiscali presenti nell’assicurazione della R.C. Auto ed ipotizzano il trasferimento del prelievo sulle accise del carburante a parità di gettito, dal premio di polizza al consumo di carburante. Tale passaggio presenta numerosi vantaggi secondo i funzionari che possono essere riassunti nei seguenti punti:

  1. il premio medio verrebbe ridotto del -18% circa, contro un aumento del prezzo della benzina di circa il 4.5% e un effetto netto nullo sul paniere dei beni al consumo;
  2. l’imposta non sarebbe più proporzionale al livello del premio e delle sue determinanti ma al consumo di carburante e quindi all’utilizzo di strade e infrastrutture per la circolazione;
  3. le aree provinciali ad alto premio ma basso consumo di carburante, presenti soprattutto al Sud, beneficerebbero non solo di un minor prezzo dell’r.c. auto ma anche di un minor carico fiscale;
    viceversa per le aree a basso premio e alto consumo. In particolare la macroarea Sud e isole avrebbe uno sgravio di circa 90 milioni (-11.4%) a scapito in particolare del Nord Est (+13.1%);
  4. l’imposta graverebbe anche sugli evasori assicurativi e sui veicoli immatricolati all’estero e quindi assicurati presso compagnie estere (che non ricadono nella normativa fiscale italiana), con conseguente sgravio sugli altri automobilisti; secondo le stime elaborate, si tratta di un carico fiscale annuo di circa 220 milioni di euro che passerebbe dagli assicurati in regola ai circolanti non assicurati o esterovestiti;
  5. la defiscalizzazione del premio renderebbe concretamente esercitabile il diritto di recesso nei contratti r.c. auto stipulati “a distanza” poiché verrebbe meno proprio l’imposta che oggi non può essere restituita al consumatore recedente;
  6. la nuova imposta avrebbe le caratteristiche di una carbon tax, con incentivi alla riduzione delle emissioni di CO2 e all’uso delle energie rinnovabili.

Per approfondimenti rimandiamo allo stesso quaderno pubblicato dall’IVASS: https://www.ivass.it/pubblicazioni-e-statistiche/pubblicazioni/quaderni/2019/iv14/Quaderno_14.pdf

Un secondo intervento lo ipotizziamo noi con una proposta sull’intermediazione di queste polizze che potrebbe posizionarsi a metà strada tra la provocazione e l’innovazione. Perché non rendere obbligatorio per Legge il fatto che la R.C. Auto possa essere distribuita solo da Agenti che siano in possesso di almeno due mandati?

Immaginate se per le Legge Compagnie fossero tenute a rilasciare per la R.C. Auto un mandato a semplice richiesta dell’intermediario che all’uopo avrebbe facoltà di scelta. Stiamo lanciando un’idea “deflagrante” che apparentemente sembra anche assurda, ma se ci pensate bene non lo è affatto. Ovviamente andrebbe studiata, affinata e soprattutto patrocinata nelle competenti Sedi ma i vantaggi di una norma legislativa di questo tipo sarebbero importanti e si potrebbero così riassumere:

  1. aumento della concorrenza tra le Compagnie contenendo i costi commerciali delle Agenzie per la fluidità del mercato;
  2. stabilire la centralità degli interessi e delle esigenze del contraente dettata dall’Art.106, cuore del TITOLO IX del CAP, modificato dal Decreto legislativo 30 dicembre 2020, n. 187. Infatti in presenza di una assicurazione obbligatoria il rischio che questa possa essere accomunata ad una commodity dove solo il prezzo fa la differenza è elevato e può essere contrastato solo facendo emergere il ruolo consulenziale del distributore, chiamato a proporre un prodotto che sia adatto e coerente con le esigenze assicurative del cliente, utili a consentirgli di prendere una decisione informata;
  3. sostituire l’obbligo per gli Agenti di confrontare con il PREVENTIVASS i costi delle coperture R.C. auto offerte dalle Imprese assicurative con una attività commerciale più completa e concreta che possa permettere una riduzione dei costi;
  4. rendere l’agente consapevole del mandato che sceglie per offrire prodotti di qualità per il proprio target market e che possono caratterizzare i servizi che offre ai clienti anche in occasione del sinistro. Una scelta a 360 gradi che incrocia l’obbligo a contrarre delle Compagnie nella R.C. Auto con la disponibilità dell’Agente a rappresentare un marchio non solo nella direzione del prezzo;
  5. contrastare le attuali politiche delle mandanti tese ad aggirare le norme del “decreto Bersani” che stabilisce che gli assicuratori non possono più legare gli agenti alla vendita di contratti di esclusiva, o limitare la loro attività di vendita imponendo tariffe minime o sconti massimi. Stiamo sempre più assistendo alla costituzione di nuove forme di distribuzione controllate direttamente o indirettamente dalla mandante in pieno contrasto con lo spirito delle norme di legge;
  6. favorire lo sviluppo del plurimandato (che fino ad oggi ha stentato ad affermarsi) seppur nell’ambito della sola R.C. Auto che tuttavia rappresenterebbe la definitiva evoluzione del concetto.

Consapevoli che l’agente resta un punto di riferimento nel mercato, anche nell’era della digitalizzazione, nel quale i clienti continuano a riporre la loro fiducia, riteniamo che questi provvedimenti possano rafforzare il nostro ruolo di consulenti di fiducia degli assicurati e quindi mantenere nel mercato la posizione più rilevante e affidabile per la distribuzione delle assicurazioni R.C. Auto.

Affidiamo ai rappresentati della categoria questi nostri appunti. Chissà…